Ho più volte scritto in questa newsletter sul crescente impiego delle sostanze naturali, in luogo delle sintetiche, in molte applicazioni tecniche, evidenziando però come anche attività della vita di tutti giorni risultino influenzate da questa corsa al naturale. L’ultimo esempio ci viene dalle nuove sneakers, scarpe da ginnastica, con impiego di scarti della frutta e senza plastica.
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Sono fatte di ananas ed eucalipto, le solette interne sono in lana, le cuciture in cotone ed iuta, mentre le tinture sono estratte da fiori di gardenia (blu), noci di galla (grigio), gelso (verde), barbabietola (rosso). La suola è in gomma naturale estratta dal latte di hevea. Poi c’è la produzione: così alle colle si sostituiscono cuciture, a penne e pennarelli per segnare i tagli si sostituiscono gesso e miscele di acqua e farina. Si tratta veramente di scarpe plastic free. Questi risultati risultano ancora più apprezzabili alla luce di una recente ricerca del M.I.T. secondo la quale le 360 fasi di lavorazione delle sneakers scaricano in atmosfera circa 140 kg di CO2 per singola scarpa. Se si moltiplica il dato per i 25 miliardi di paia di scarpe che ogni anno finiscono nelle nostre case si arriva a 340 milioni di tonnellate di CO2 prodotti per anno, valore non lontano da quello di tutta la CO2 prodotta in Italia in un anno (circa 430 milioni di tonnellate/anno). Le varie case hanno reagito in modo diverso: oltre al ricorso al naturale, battute le strada della riforestazione, del riciclo verso la produzione delle sneakers dai rifiuti ortofrutticoli e dei fondi del caffè le stesse sneakers alla fine del loro ciclo di vita trovano impieghi diversi, come quello di essere utilizzate per piastrelle anti trauma. Il centro di questa rivoluzione è a Montebelluna in Veneto ed i risultati positivi non mancano a dimostrazione della accresciuta sensibilità dei cittadini. Malgrado il costo di una sneaker green sia maggiore di circa il 25 %, la loro vendita è cresciuta in un anno di oltre il 50%, ancora poco (in totale rappresentano il 10% della produzione di sneakers), ma con una tendenza che fa ben sperare in un’economia circolare delle sneakers.
Articolo N.32 del 11-11-2021 | a cura di Luigi Campanella
Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.