Ridurre le emissioni di metano per una migliore transizione ecologica/energetica

L’effetto serra viene contrastato con iniziative che tendono a ridurre le emissioni di CO2 che però non è il solo gas serra. A parte il vapor d’acqua, un altro gas serra la cui riduzione può contribuire a controllare i cambiamenti climatici e consentire un approccio attivo del nostro Paese al processo di transizione ecologica/energetica, è il metano.

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L’UE ha lavorato ad una riduzione del metano in atmosfera e sta lavorando con lo stesso fine all’approvazione di una nuova legislazione Secondo l’AIE (agenzia internazionale energia) il 40% delle emissioni di metano derivano dal settore energetico nelle varie fasi di estrazione trasporto, combustione non solo del gas naturale, ma anche di petrolio e carbone, cui il metano è associato.

L’Italia è in prima fila per le iniziative in favore della riduzione delle emissioni di metano, come dimostra il lancio da parte italiana del Global Methane Pledge a cui hanno aderito nel mondo oltre 100 Paesi. Anche le aziende del settore riunite nella Oil and Gas Climate Initiatives sono convinte di questa esigenza tanto che hanno preso l’impegno ad abbandonare le pratiche del flaring e del venting, la prima consistente nel bruciare senza recupero energetico il gas naturale estratto in eccesso, la seconda essendo tecnica per alleviare la pressione e rilasciare in atmosfera i gas di scarico che non possono essere trattati. Hanno anche assunto un altro importante impegno, quello di riparare tempestivamente le infrastrutture in caso di perdite. L’iniziativa è supportata dalle 12 principali compagnie del settore energetico Eni, Aramco, Bp, Chevron, Cnpc, Equinor, ExxonMobil, Occidental, Petrobras, Repsol, Shell, Total.

 

Articolo N.56 del 18-03-2022 | a cura di Luigi Campanella


Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.