L’economia circolare trova applicazioni sempre più diversificate. Una start up veneta, la Circular Food, propone un processo di recupero dei residui della birra per produrre pizza. È in arrivo sul mercato Ley, diminutivo di barley, orzo in inglese, la prima farina ottenuta dagli scarti della lavorazione della birra, nell’ambito di un più ampio progetto antispreco tesò a recuperare gli ingenti scarti dell’industria alimentare per convertirli in farine per produrre pane, pizza, pasta cracker, snack.
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I recuperi sono gli scarti della fermentazione dell’orzo malato, del luppolo e di alcuni lieviti, che trovano già applicazione in economia circolare essendo riciclati dall’industria zootecnica. In questo caso invece il brodo sotto forma del quale si presentano deve essere stabilizzato entro 24 ore per bloccare lafermentazione. Viene poi essiccato a bassa temperatura in un processo fisico brevettato che separa l’acqua lasciando al brodo le sue proprietà organolettiche e nutrizionali. Il prodotto è tratto viene macinato in mulino ottenendo una farina, 52%fibre, 20%proteine,
Articolo N.68 del 10-05-2022 | a cura di Luigi Campanella
Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.