Articolo pubblicato su QualEnergia n.1/2013 – Bimestrale di Legambiente
La strategia comunitaria “Europa 2020” pone l’obiettivo dello sviluppo della bioeconomia come elemento chiave per una crescita “intelligente e verde” dei Paesi europei
in grado di riconciliare la sicurezza alimentare con lo sfruttamento sostenibile delle risorse rinnovabili a fini industriali, garantendo al contempo la protezione dell’ambiente.
Dati i suoi obiettivi e la natura delle sue materie prime, la bioeconomia non è riducibile a un sottosistema dell’economia tradizionale. Come sottolinea la stessa Commissione europea, con la bioeconomia
l’Europa deve optare per un approccio radicalmente diverso nei confronti di produzione, consumo, trasformazione, stoccaggio, riciclaggio e smaltimento delle risorse biologiche.
Le tensioni elepolemichesuscitateinquestiultimiannialivellomon- diale in seguito allo sviluppo dei biocarburanti sono solo una premonizione di quanto potrebbe accadere se non si cogliesse pienamente il messaggio della sostenibilità come criterio fondamentale di questa innovazione. A fronte di un’inarrestabile crescita dei prezzi delle materie prime, occorre migliorare drasticamente l’utilizzo dell’energia e delle materie prime ma occorre anche – come ricorda Gianni Silvestrini – rimettere in discussione gli stili di vita:
È la struttura stessa della produzione orientata da una filosofia dell’usa e getta che andrebbe profondamente ripensata.
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I Criteri di Sostenibilità dei bioprodotti, Secondo Chimica verde sono:
- il contenuto di carbonio rinnovabile, che può essere valutato a livello di laboratorio quantificando il naturale decadimento degli isotopi 14C in 12C così come certificato dal Ministero dell’agricoltura degli Stati uniti (usda) ovvero grazie alla composizione degli ingredienti così come riportato nell’ecolabel per i biolubrificanti (biopreferred program www. biopreferred.gov ed european ecolabel application pack for lubricants, version 1.0 – September 2011 www.ecolabel.eu);
- la biodegradabilità, che va riferita a una durata temporale, può essere vagliata tramite il test di compostabilità (norma en 13432) messo a punto per gli imballaggi, ma ampliabile con limitate modifiche anche ai bioprodotti;
- la valutazione della tossicità verso l’uomo e l’ambiente, che va riferita a una concentrazione,
può avvalersi delle unità di misura proposte dalla metodologia LCA e/o dei dati riportati nelle schede di sicurezza dei diversi componenti, che sono sempre più dettagliate per l’obbligo di registrazione imposto dai regolamenti europei 1907/06 e 1272/08 (REACH)