L’ industria lattiero casearia dell’UE genera quasi 200 milioni di metri cubi di reflui l’anno.
L’Italia con Germania e Francia é fra i maggiori produttori di questi reflui provenienti in massima parte da formaggio e latte, più o meno due litri di reflui per un litro di latte.
La natura chimica di questi reflui è essenzialmente organica con un COD compreso fra 1650 e 1800 mg/l.
Il costo del relativo trattamento è intorno a 1,5 euro per metro cubo, fino ad un massimo di due.
Si rende quindi necessario, visti i costi, il recupero o di energia o di materia prima.
La frazione più facilmente recuperabile sono i grassi il cui profilo prevalente è rappresentato da acidi palmitico, stearico, oleico, miristico, laurico, linoleico in un olio che non può essere utilizzato a fini alimentari, provenendo da un refluo.
Deve quindi essere trasformato e la principale destinazione è la produzione di biodiesel per la quale le possibili tecnologie sono l’idrogenazione che però si applica solo a impianti di grande produzione e la transesterificazione con varianti che dipendono dalla acidità dei grassi trattati.
Articolo N.148 del 15-10-2024 | a cura di Luigi Campanella
Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.