Secondo il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 l’Italia dovrà realizzare nei prossimi nove anni 32 GW di nuovo fotovoltaico (ad oggi siamo a 20,9 GW installati). Per raggiungere questo obiettivo il Governo ha stanziato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) un totale di 2,6 miliardi di euro, di cui 1,1 miliardi saranno destinati all’agrovoltaico, mentre 1,5 miliardi saranno utilizzati per installare sopra i tetti degli edifici agricoli impianti fotovoltaici.
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Per agrovoltaico si intende la convivenza sullo stesso terreno di colture agricole e pannelli fotovoltaici, che vengono installati a diversi metri di altezza. Questo permette di produrre energia elettrica e consente comunque lo svolgimento delle attività agricole. Il primo impianto agrovoltaico è stato realizzato nel 1981 in Francia, a Montpellier, e nel corso degli anni sono stati sviluppati diversi progetti, che tuttavia non hanno mai “scalato”. È solo negli ultimi tempi che questo sistema di produzione ibrido ha suscitato l’interesse di politica, investitori e aziende agricole.
Se un sistema agrovoltaico viene progettato in maniera corretta esso permette di produrre energia elettrica e offre ombra e riparo dalle intemperie alla coltura sottostante, che in questo modo si avvantaggia della presenza dei pannelli.
Articolo N.45 del 25-01-2022 | a cura di Luigi Campanella
Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.