La crescita e lo sviluppo Forestale

La crescita e lo sviluppo di un sistema forestale dipendono oltre che dalla manutenzione e dalle condizioni ambientali anche dal suolo dove è allocato.

La crescita e lo sviluppo Forestale
La crescita e lo sviluppo Forestale

L”implementazione di misure di protezione del suolo come colture di copertura, colture intercalari, lavorazione conservativa del suolo e l’uso del digestato (in sostituzione del concime chimico) o ancora la diffusione di pratiche di agro-forestazione e agricoltura mista, integrando alberi o arbusti nella gestione delle colture sono tra i principi che possono guidare la conservazione e il ripristino di sostanza organica nel suolo, contribuendo allo sviluppo del verde ed inoltre riducendo le emissioni di gas serra, migliorando la fertilità ed aumentando la resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici ed alle fitopatologie.
In questo contesto, il carbon farming si conferma uno degli strumenti più promettenti per contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici europei.

Una strategia che non solo contrasta i cambiamenti climatici, ma ha l’obiettivo di premiare anche gli agricoltori per l’adozione di pratiche ecologiche, integrando il loro reddito.

Per Carbon Farming intendiamo un sistema agricolo in grado di sfruttare la naturale capacità del suolo di immagazzinare anidride carbonica, il principale gas ad effetto serra se consideriamo i volumi, e di utilizzarlo sotto forma di sostanza organica a vantaggio della fertilità del suolo.

Sottraendo CO2 dall’atmosfera se ne abbassa la concentrazione e questo, su scala globale, può avere l’effetto di rallentare il surriscaldamento globale.

Con il Carbon Farming si vuole massimizzare la produzione di biomassa secca in campo e ridurne le perdite.

Un agricoltore che decida di modificare in questo senso le tecniche di coltivazione dei propri terreni, potrebbe aumentare sensibilmente le capacità di questi di assorbire CO2 dall’atmosfera e incamerarla nel suolo.
Secondo le stime riportate nell’articolo “in una stagione si possono sequestrare 2-2,5 tonnellate di CO2 ad ettaro, pari alle emissioni prodotte da una macchina che percorre circa 15-19mila chilometri“.

Gli agricoltori potrebbero essere stimolati verso questa procedura sulla base della Carbon Farming Iniative della Commissione Europea che prevede “di avviare iniziative pilota a livello locale, anche nell’ambito degli “eco-schemi” previsti dalla Politica agricola comune (PAC), per poter individuare criticità e buone pratiche da replicare su più ampia scala.

Secondo la Commissione europea, questi schemi potrebbero diventare una significativa fonte di reddito per gli agricoltori europei, fra i 38 e i 58 miliardi di euro Secondo un articolo pubblicato su Agro-notizie “ai prezzi attuali un agricoltore potrebbe guadagnare 12-15 euro (con prezzi previsti in crescita) per un ettaro che sequestra 2-2,5 tonnellate di CO2,valori che sembrano marginali, ma che riportati sugli ordini di grandezza delle superfici coltivate in Italia iniziano a diventare davvero significativi.

Un agricoltore che adotta pratiche di agricoltura sostenibile si fa certificare da un ente terzo indipendente la rimozione di CO2 dall’atmosfera; una società specializzata si occupa della conversione delle tonnellate di CO2 rimossa in Crediti di Carbonio; un’azienda privata acquista questi Crediti di Carbonio per compensare la propria impronta climatica e raggiungere gli obiettivi di Carbon Neutrality.

Articolo N.165 del 10-01-2025 | a cura di Luigi Campanella


Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.

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