Pubblichiamo un’intervista a Marco Benedetti, vicepresidente di Chimica Verde Bionet uscita su canale energia
Distretto tessile di Prato best practice di economia circolare dall’800
Un laboratorio per la promozione dell’economia circolare “ante litteram”, in cui creatività ed elevate competenze tecniche si abbinano a versatilità e innovazione tecnologica. Così Marco Benedetti, vicepresidente dell’associazione Chimica Verde Bionet, descrive il distretto tessile di Prato, un luogo dove conoscenze maturate nel corso di una lunga tradizione storica hanno saputo evolversi in modo efficace per affrontare le sfide legate al riutilizzo delle diverse fibre di volta in volta protagoniste delle passerelle dell’alta moda.
L’approccio circolare alla gestione di risorse è da sempre un elemento che caratterizza il distretto della moda di Prato.
Come si è evoluto questo modus operandi nel tempo?
Il concetto di sostenibilità ambientale è legato in maniera indissolubile alla modalità operativa del distretto tessile di Prato fin dalle sue origini. Si tratta di un approccio che è “inscritto nel DNA” della filiera tessile di questa zona. Quello di Prato è stato, infatti, il primo distretto che ha messo in pratica fin dalla fine dell’800 un approccio circolare alla gestione delle risorse. Si è così sviluppata una filiera tessile altamente specializzata nel recupero delle fibre che ha rivestito un ruolo chiave nello sviluppo industriale di questo territorio. In questo distretto arrivavano, ad esempio, negli anni 60 gli scarti di magazzino delle grandi catene americane e qui si trasformavano in tessuti per l’alta moda. Oggi si continua a procedere su questa strada producendo cachemire, lana e cotone rigenerati. Si tratta di prodotti (anche per il settore tecnico) che poi sono protagonisti sulle passerelle delle grandi firme. In sostanza a Prato si promuove da sempre un approccio virtuoso alla gestione delle fibre grazie alla presenza di personale altamente specializzato e a procedure sempre all’avanguardia dal punto di vista tecnologico.
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