Dinnanzi alla situazione climatica che continuamente denuncia il suo aggravamento, con ciò richiedendo uno sforzo “speciale” per contrastarne i drammatici aspetti la creatività europea, il cosiddetto capitale umano, non finisce di stupire. L’ultima trovata é il caffè sostenibile coltivato in laboratorio, ma caratterizzato da gusto ed odore confrontabilo con quelli del caffè tradizionale.
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Nasce così l’agricoltura cellulare presso il Centro Di Ricerca Nazionale Finlandese. Le difficoltà non mancano ma la strada è tracciata pilotata dall’urgente bisogno di modelli alternativi di produzione. Il caffè è molto richiesto e per soddisfare la richiesta del mercato si finiscono per adottare modelli di agricoltura estensiva, dannosi sia per la salute del suolo, destinato ad impoverirsi sia per la conseguente deforestazione. C’è poi un aspetto meno noto discusso di recente sulla rivista Geography abd Environment: per produrre 1 kg di caffè si immettono nell’atmosfera circa 16 kg di CO2. La scelta di passare al caffè coltivato in laboratorio ha più un valore politico che scientifico: infatti gli aspetti scientifici si riferiscono a tecnologie mature e consolidate. La sperimentazione é iniziata avviando culture cellulari di caffè all’interno di bioreattori che già vengono impiegati per produrre prodotti vari a base sia animale che vegetale, come già avvenuto per carne, tonno, latte e pasta. Prodotta la biomassa questa viene tostata per arrivare al caffè “sintetico” (denominazione in effetti impropria vista l’origine,cellule di caffè) che però per divenire prodotto di consumo dovrá superare l’esame degli organismi internazionali a partire dalla Food and Drug Administratipn negli USA e la Novel Food in Europa. Il nodo di questo processo di evoluzione ambientale sta nella disponibilità al cambiamento ed all’innovazione da parte della Piccola e Media Impresa che a sua volta dipende dalla sensibilità del consumatore verso la produzione di alimenti più sostenibili e salutari.
Articolo N.26 del 07-10-2021 | a cura di Luigi Campanella
Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.