L’8 luglio si festeggio la GIornata Internazionale del Mediterraneo chiamato dai Romani Mare Nostrum, origine delle culture più antiche ed influenti nella storia dell’umanità,teatro di scambi culturali e commerciali.
Il Mediterrando si collega attraverso lo Stretto di Gibilterra con l’Oceano Atlantico che è la sua unica fonte di rinnovamento e rifornimento di acqua.
Il suo punto più stretto è di 14 Km, la sua profondità media si aggira sui 1500 metri, quella massima intorno ai 5000 metri il che lo rende il mare chiuso più profondo del mondo.
Bagna ben 15 Paesi: Italia, Spagna, Francia, Grecia, Croazia, Albania, Turchia, Libia, Israele, Siria, Egitto, Algeria e Marocco.
La circolazione delle acque è per lo più dovuta ai venti il che comporta un ricambio di acque,flora e fauna.
Il Mediterraneo ha una barriera corallina lunga circa 135 km fra Bari ed Otranto : questo tratto è anche chiamato il mare de Vulcani.
In effetti nel Mediterrabro ve ne sono 13 prevalentemente però tirrenici e soffre di una carenza idrica che di estate arriva al 50%.
Disporre di un mare quasi chiuso quindi più controllabile induce a pensarlo come una preziosa risorsa idrica attraverso le tecnologie di dissalazione, a partire dalla osmosi inversa anche nelle sue versioni più innovative.
Oggi l’Intelligenza Artificiale è stata già educata per elaborare algoritmi di distribuzione geografica e temporale delle risorse idriche disponibili capaci di contribuire in misura significativa ad una loro equilibrata politica.
La Commissione Europea partendo da queste opportunità ha pubblicato 2 nuovi strumenti di previsione per migliorare la preparazione dell’UE alla lotta contro la siccità e la scarsità di acqua.
I due strumenti, lo Eurpean Drought Impacts Database e lo European Drought Risk Atlas sono a disposizione del pubblico nell’ambito della valutazione dei rischi sulla scarsità di acqua e sulla siccità dello European Drought Observatory.
Sviluppate dagli scienziati dei centri di ricerca della Commissione le proiezioni mostrano in quali regioni dell’UE l’acqua diventerà piu scarsa che altrove e quali settori economici e sottosettori saranno più colpiti.
Le proiezioni suggeriscono che le siccità si verificheranno più spesso che in passato soprattutto proprio nel Mediterraneo e nell’Europa Orientale.
Di conseguenza i rendimenti di alcune colture potranno diminuire significativamente in alcune aree geografiche.
Inoltre le proiezioni suggeriscono che l’approvvigionamento idrico pubblico,compresa l’acqua potabile, potrebbe anche essere sotto pressione nei Paesi nordici come Svezia e Finlandia.
Nel settore energetico i livelli di acqua più bassi dei fiumi possono rendere più difficile il raffreddamento delle centrali nucleari in Francia,mentre i rischi di siccità per la navigazione interna possono rimanere significativamente alti in Germania ed aumentare nella regione del Danubio.
Il 12 marzo scorso si è aperto il secondi bando per progetti tematici del Programma di cooperazione transnazionale Euro-Med che coinvolge 10 Paesi Europei fra i quali l’Italia è 4 Paesi dei Balcani interessati dalla strategia di allargamento.
Il bando è rimasto aperto fino al 12 giugno e riguarda le priorità 1 e 2 del programma che sono Smarter Mediterranean e Greener Mediterranean.
La siccità resta con i cambiamenti climatici in atto un pericolo sotto tutti i punti di vista: sanitario, economico e sociale.
Essendo un processo in atto bisogna attrezzarsi per conviverci ed adattarsi ad esso.
Come sta avvenendo nel mondo e nel Mediterraneo per un altro problema, la lotta ai rifiuti plastici.
Per facilitarne recupero e riciclo vengono indirizzati verso le isole di plastica, 5 nel mondo, da dove vengono raccolti.
Si calcola che nel Mediterraneo vengano smaltiti 300 mila tonnellate di rifiuti plastici l’anno, 8 miliardi di tonn i rifiuti plastici prodotti, 8 milioni di tonn quelli che finiscono in mari ed oceani.
Il riciclo dei materiali plastici, l’unica reale soluzione al problema, non supera il 10% per cui solo con normative più stringenti,come in effetti sta avvenendo in Europa per gli imballaggi plastici e per il monouso si può pensare di contrarre i dati sui rifiuti plastici non riciclati.
Si pensi che da calcoli ripetuti fatta 100 la plastica prodotta, la massima percentuale di plastica riciclata da essa non supera il 30 %.
C’è poi il nodo degli stili di vita da modificare attraverso educazione e sensibilizzazione dei cittadini più che attraverso atteggiamenti punitivo e pene pecuniarie e detentive più stringenti.
Vanno fatte ulteriori considerazioni conclusive inerenti alla Giornata Iternazionale del Maditerraneo “Mare Nostrum”.
Il Mediterraneo rappresenta una realtà scientifica economica e sociale, una comunità vorrei dire, che per le problematiche che pone può quasi essere considerata un modello.
L’acqua da un lato è vita ed aguzza l’ingegno, dall’altro può divenire uno strumento di rovina e distruzione.
Oltre alle esecrabili ragioni razziali e di odio fra i popoli, le guerre in M.O. sulle alture del Golan nella valle del Giordano sono anche legate al controllo delle poche risorse idriche
L’inquinamento nelle sue forme più tradizionali, ma anche più recenti-plastica,residui farmaceutici ed alimentari, scarti di ogni tipo-obbliga a considerare la bonifica delle coste, la prevenzione e la loro cura.
I recenti dati scientifici dimostrano che continuando a ritardare gli interventi il rischio di oggi, sostanzialmente ambientale, diventi come già si intravede anche sanitario a causa dei processi di inalazione e ingestione degli inquinanti più mobili ed accimulabili.
Le differenze e diseguaglianze in termini di risorse disponibili e di economia fra la sua riva settentrionale e quella meridionale richiedono interventi di collaborazione partecipata capaci di affrontare le emergenze migratorie del nostro tempo.
Oggi è solo la messa a disposizione, accanto alle risorse economiche, di risorse intellettuali, di conoscenza, di capitale umano,di beni immateriali che può divenire una strategia vincente per il Mare Nostrum.
Le strade che il Convegno Camera dei Deputati ha indicato ai nostri politici sono tre:
- Sul Piano Scientifico: le tessere del puzzle ci sono tutte, si tratta di concretizzarne l’immagine complessiva con un approccio olistico e non deterministico; nessun indicatore da solo può indirizzare verso la strada giusta; la scienza ci ha dotato degli strumenti preventivi e riparativi necessari partendo dal principio ormai accettato del carattere complesso dell’ambiente,che ne preclude la trattazione come su sistemi semplici.
- Sul Piano Politico: ben vengano iniziative come quelle del nostro Governo con il piano Mattei ma non bastano: ci vuole una visione partecipata del problema con un tavolo di interlocuzione fra tutti i soggetti interessati ed una governance, diversa quindi dal governo tradizionale di processo, che li rappresenti.
- Sul Piano Sociale: il carattere di mare quasi chiuso conferisce al Mediterraneo il connotato di risorsa distribuibile e gestibile in tutti i suoi aspetti, energetico, ambientale, turistico, financo alimentare: si tratta di attrezzarsi adeguatamente partendo dal concetto di comunità da cui siamo partiti con questo resoconto facendo del nostro Mediterraneo un esemplare modello di sostenibilità.
Articolo N.128 del 10-07-2024 | a cura di Luigi Campanella
Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.