Introduzione alle fibre vegetali
Estratto da Relazione introduttiva Progetto Activa Promosso e cofinanziato da Arsia Toscana e coordinato da Legambiente. A cura di Giampietro Venturi Università di Bologna
La disponibilità mondiale di fibre è stimata pari a 54,2 milioni di tonnellate (Kozlowski et al., 2003) comprendente anche poliesteri, poliacrilonitrili, poliammidi, polipropilene, oltre alle fibre naturali, vegetali e animali (lana, ecc.). Il consumo pro-capite è in continuo incremento nel mondo; dal 1960 al 2000, nonostante la popolazione sia raddoppiata (da 3 a oltre 6 miliardi), si è passati infatti da meno di 5 a quasi 9 kg; l’incremento medio è quindi di circa 100 grammi all’anno, ma è molto più alto nei Paesi industrializzati.
La produzione di fibre vegetali deriva per il 40% da foreste e per il 60% da colture (Van Dam, 1999). Queste colture a livello mondiale interessano globalmente circa 35 milioni di ettari senza sostanziali variazioni negli ultimi 20 anni. La coltura di gran lunga prevalente è il cotone (oltre 85%), seguita a grandissima distanza da juta e affini (attorno al 5%). Le produzioni oscillano attorno a 25 milioni di tonnellate delle quali circa 18 (oltre 70%) costituite da cotone.
Per quasi tutte le specie si rileva una netta tendenza all’incremento delle rese areiche. Le colture da fibra sono coltivate prevalentemente in Asia, che ha quasi il 60% della superficie e oltre il 55% della produzione (i Paesi grandi produttori sono Cina, India e Pakistan); Africa e Nord-Centro America concorrono ciascuna con circa il 15% alla superficie totale, ma il primo continente fornisce meno del 7% della produzione mentre il secondo arriva ad oltre il 15%.
L’Europa contribuisce con solo il 2,6% delle superficie e il 3,4% delle produzioni. Nell’Unione Europea le piante da fibra, con oltre 650.000 ettari, sono coltivate su un terzo dei 2 milioni di ettari destinati alle colture non alimentari. Nell’insieme i 10 Stati di prossima ammissione non raggiungono 23.000 ettari.
Nell’Unione Europea attuale domina nettamente il cotone, per le ampie superfici dei Paesi prettamente mediterranei, mentre nei Paesi dell’Est di prossima ammissione prevale il lino. In tutti i casi le rese areiche sono superiori a quelle riscontrabili a livello mondiale. Nell’ultimo trentennio, nell’Europa a 15, cotone e lino mostrano una tendenza a crescere con una timida comparsa della canapa negli ultimi anni. Nei nuovi Stati membri lino e canapa mostrano un lieve decremento delle superfici.