Cosa può fare l’economia circolare per contrastare il cambiamento climatico

Ho avuto modo di leggere il Rapporto 2021 del CENTRO (Circular Economy Network). Ho così con piacere appreso una notizia che già era rimbalzata sulla stampa: fra i Paesi a livelli più alti di circolarità, Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia è proprio l’Italia ad essere leader con 79 punti contro i 68 della Francia, i 65 di Germania e Spagna, i 54 della Polonia.

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Il punteggio deriva da una serie di fattori dalla produzione al consumo, dalla gestione dei rifiuti al riutilizzo. Il tema centrale del Rapporto 2021 verte sull’apporto che l’economia circolare può dare ai cambiamenti climatici. Il nostro Paese ha adottato misure significative come il recepimento delle direttive UE in materia di rifiuti per garantire un riciclo di almeno il 65% dei rifiuti urbani entro il 2035 e per ridurre alla stessa data del 10% gli smaltimenti in discarica. È inoltre prevista entro marzo 2022 l’approvazione del Programma Nazionale di gestione dei rifiuti ed in tempi brevi il Piano di Transizione 4.0 che prevede agevolazioni per gli investimenti delle imprese finalizzati all’economia circolare. Il PNRR potrà giocare un ruolo importante per superare gli ostacoli che frenano questi provvedimenti innovativi.

Alcuni dei dati riportati nel Rapporto giustificano la nostra posizione di prevalenza

  • rifiuti per anno per abitante 499 kg contro la media europea di 502;
  • tasso di riciclo pari al 46 %,stesso valore dell’Europa;
  • tasso riciclo dei rifiuti pari al 67 % contro un valore del 58% valido per l’Europa;
  • tasso di utilizzo circolare di materia pari al 19 % ben superiore al valore dell’Europa fermo all’12%.

La lezione che ci viene da questo Rapporto è che se la natura ha la capacità di rigenerarsi e di adattarsi ai cambiamenti, siamo tutti chiamati a fare la nostra parte riducendo la nostra impronta ecologica per dare modo alla natura di rigenerarsi. La Terra vive grazie ad un complesso meccanismo dove ogni elemento, ogni creatura ed il sistema ambientale in cui vive sono in stretta relazione fra loro e tutti insieme concorrono a garantire un equilibrio fondamentale per la vita dell’uomo, di animali, di vegetali.

Articolo N.8 del 24-06-2021 | a cura di Luigi Campanella


Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.