COP29

Le ultime 3 edizioni delle COP si sono tenute in 3 Paesi produttori di petrolio e la prossima si terrà in Brasile rispetto a cui si possono fare 2 riflessioni, è anch’esso un Paese produttore di petrolio ed inoltre è il Paese da cui preliminarmente alle COP, nel 1992 è partita la cooperazione internazionale (oggi partecipata da 200 Paesi) a fini di contrasto ai cambiamenti climatici: si torna al punto di partenza ma cosa è cambiato in questi 30 anni?

COP29
COP29

Questa premessa di per se non fa ben sperare ed infatti qualcuno ha commentato il risultato della COP29 (svoltasi alla presenza di quasi 2000 lobbisti del fossile, 27 dei qual accreditati dal Paese) come allontanamento dall’allontanamento dai combustibili fossili.

Purtroppo il risultato positivo più significativo è solo quello dell’accresciuta sensibilizzazione che però non ha potuto scavalcare le differenze fra Paesi Industrializzati, i giganti economiche del nostro tempo e i Paesi in via di sviluppo, i primi neanche sempre presenti e se presenti, pronti a chiedere restrizioni e restringimento energetici ai secondi.

Nella COP di quest’anno è entrata in misura determinata la finanza pubblica messa a disposizione dai paesi industrializzati a quelli PVS, quantificata in 300 miliardi, appena il 25%di quanto ad essi richiesto dagli altri (lo speciale contributo atteso dalla Cina non è arrivato).

Questo contributo dovrebbe fungere da investimento per sostituire le centrali a carbone, per proteggere le foreste, per fare crescere l’economia.

Viene subito da chiedersi ma se i Paesi industrializzati devono realizzare le nuove centrali in quella PVS, con il vantaggio previsto di vedersi contabilizzate le riduzioni di emissioni chi poi in Europa costruirà nuove centrali a eolico o solare.

Politicamente si deve registrare alla COP 29 l’assenza di Paesi gigante come USA, rispetto alla quale la recente elezione di Trump non sembra potere incidere positivamente rispetto ad una possibile riconsiderazione di questa assenza e della conseguente riduzione delle emissioni.

Tale elezione ha anche dato voce a Paesi come Argentina, Azerbaijan, Paesi Arabi di certo non impegnati nelle fonti rinnovabili e nella lotta all’effetto serra.

A margine della COP è emersa una proposta per superare questa difficoltà politica creando un organismo rappresentativo finalizzato ad azioni concrete, quelle che purtroppo di COP in COP vengono aggiornate rispetto a dati ed obiettivi ma stentano a divenire risultati concreti.

È stato dato come traguardo al 2030 un aumento max di 1,5 gradi siamo a 1,47!!

Articolo N.160 del 09-12-2024 | a cura di Luigi Campanella


Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.

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