La raccolta differenziata dei residui organici rappresenta la principale filiera di riciclo di rifiuti urbani, (oltre il 40% del totale) con oltre 7 milioni di tonnellate raccolte nei comuni italiani, rappresentate per oltre il 70 % da scarti alimentari e residui di cucina.
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Gli impianti deputati a trattare tali residui sono quasi 400, per 3/4 impianti di compostaggio e per 1/4 impianti integrati di digestione anaerobica e compostaggio.
Per la raccolta i cittadini si servono di sacchetti in materiale biodegradabile e compostabile, certificati ai sensi della norma UNI-EN 13432, che prevede il superamento di una serie di requisiti e di prove, tra cui un test di disintegrazione in fase di compostaggio, che può essere condotto sia in laboratorio che in full scale in un impianto di compostaggio.
La certificazione è stata ottenuta da materiali diversi, i più nel campo delle bioplastiche, ma anche semilavorati in carta e/o in plastica e biopolimeri.
Il marchio di compostabilità è stato ottenuto in Italia da oltre 30 aziende per un totale di circa una settantina di prodotti.
Per capire l’importanza di questa problematica credo valga un dato: i sacchetti rappresentano in peso il 7% del totale del residuo organico trattato, per un totale di oltre 250 mila tonnellate l’anno.
Articolo N.78 del 08-07-2022 | a cura di Luigi Campanella
Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.