I ricercatori dell’Università di Melbourne in Australia hanno sviluppato una nuova bioplastica che respinge polvere e liquidi, che quindi si autopulisce. Le possibili applicazioni sono moltissime a partire dalle confezioni alimentari per cibo fresco da conservare e da asportare, in quanto viene precluso l’ingresso di umidità con il vantaggio che a fine del ciclo di vita diviene compostabile.
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La bioplastica è prodotta da amido e cellulosa entrambi materie prime di costo modesto. Sebbene la maggior parte delle plastiche biodegradabili e compostabili richieda processi industriali complessi e ad alta temperatura per demolirne la struttura, in questo nuovo materiale questo problema non si presenta in quanto la degradazione demolitiva avviene spontaneamente e rapidamente nel suolo, ancor meglio che nel caso di materiali basati sull’amido. Sebbene l’amido mantenga la promessa di essere un polimero versatile, tuttavia è composto piuttosto fragile e molto suscettibile all’umidità.
Le foglie di loto sono fra le superfici più idrorepellenti, in ragione di una struttura a cuscini, molto sottili, ricoperti da uno strato ceroso. L’acqua che si deposita sulle foglie giace in forma di goccioline che cadono solo per azione del vento o della gravità. Queste goccioline catturano la polvere e lasciano pulita la superficie delle foglie. La nuova bioplastica mima questa struttura superficiale. Il team di ricercatori ha sinteticamente realizzato una plastica fatta di nanoparticelle di amido e cellulosa, con la superficie della bioplastica che riceve l’imprinting della struttura delle foglie di loto per la copertura protettiva di uno strato di polimero organico a base di silicio. Le proprietà di autopulitura vengono conservate anche dopo abrasione, riscaldamento, esposizione ad acidi e alcol. Interessanti applicazioni riguardano la possibilità di proteggere dall’eccesso di acqua piovana le colture e il design di imballaggi alimentari, con la possibilità di smaltire insieme ad altri materiali compostabili.
Articolo N.58 del 21-03-2022 | a cura di Luigi Campanella
Prof. Luigi Campanella. Si laurea in Chimica e ottiene l’Abilitazione alla professione di Chimico nel 1961. Professore Incaricato Stabilizzato, prima di “Esercitazioni di Chimica Industriale II”, poi di “Esercitazioni di Analisi Chimica Applicata, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1967 al 1980. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’a.a. 1980/81 all’a.a. 2002-2003 e di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali successivamente a tale data. Promotore e Direttore del Centro Interdipartimentale per le Scienze Applicate alla protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Attuale Coordinatore del Polo Museale de La Sapienza. È autore di oltre 500 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche, della Chimica dei Beni Culturali.