Una fase di ricerca e la sperimentazione agrotecnologica è comunque ancora da considerare indispensabile nei diversi settori industriali per lo sviluppo, la validazione e l’ottimizzazione industriale dell’applicazione dei biolubrificanti, nonché per l’allargamento dei settori di utilizzo, anche in risposta a chiare e conclamate emergenze ambientali. A tal riguardo, l’esempio delle problematiche legate ai materiali estrusi dalla costruzione di nuove gallerie (alta velocità, variante di valico ecc.) e che hanno condotto a severe limitazioni nel loro smaltimento a cielo aperto, sono essenzialmente legate all’uso di oli minerali che potrebbero, al momento solo in linea teorica, essere sostituiti da oli vegetali.
Infine, un settore di grande importanza per lo sviluppo delle potenzialità dei biolubrificanti è la messa a punto di una sinergia con altre filiere al fine di ottimizzare l’uso dei sottoprodotti dell’olio incrementando l’ecoefficienza delle colture e riducendo i prezzi di vendita (che soprattutto nel caso dell’olio alto erucico sono ancora piuttosto alti): il pannello proteico residuo dei semi di girasole può essere utilizzato come mangime in zootecnia e come fertilizzante organico, mentre quello delle Brassicacee potrebbe essere utilizzato come ammendante per il miglioramento delle colture sfruttando l’azione biocida determinata dai prodotti di degradazione dei glucosinolati presenti in queste piante; oppure potrebbe essere detossificato e quindi usato come mangime estraendone questi composti che potrebbero a loro volta utilizzati in settori della chimica fine o medicali. Ci sono aziende che producono l’acido erucico puro per produrre erucammide e altri prodotti oleochimici utili a produrre ad esempio molte delle pellicole da cucina di uso comune.
Infine, occorre anche accennare alle prospettive recentemente emerse nell’uso di oli vegetali come fonte di acidi grassi per la sintesi di esteri con alcoli speciali, sviluppo che potrebbe rappresentare, attraverso l’uso di diverse tecnologie non impattanti, un’alternativa a numerosi processi chimici convenzionali. In definitiva possiamo affermare che diversi settori industriali sono in attesa di nuovi oleanti con caratteristiche di ecosostenibilità analoghe a quelli vegetali.
Si deve infine considerare che il sistema economico italiano frazionato in molte piccole e medie imprese potrebbe essere più ricettivo rispetto alle proposte di innovazione e all’uso di composti e reagenti sempre più ecocompatibili, anche nell’ottica di una approvazione della proposta di regolamento denominata Reach, destinata a modificare sensibilmente la disponibilità e la scelta degli ausiliari alle produzioni industriali.
Ma, come detto, per un reale sviluppo della filiera rimangono però alcuni vincoli ed ostacoli che di fatto limitano fortemente una diffusa applicazione commerciale dei prodotti disponibili.