Introduzione ai biocarburanti
Estratto dalla relazione finale del progetto ACTIVA promosso e cofinanziato da ARSIA Toscana e coordinato da Legambiente. A cura di Marco Mazzoncini DAGA – Università di Pisa
Nell’ambito delle energie rinnovabili, la filiera dei biocarburanti offre vantaggi ormai innegabili che hanno spinto in modo deciso la UE a stimolarne la diffusione a partire dal 2003. Di seguito si riporta una sintesi dei punti di forza di questa filiera agro-industriale suddividendo i benefici prodotti a livello ambientale, agro-ambientale, tecnico-applicativo e socio-economici.
Aspetti ambientali: completa rinnovabilità della risorsa; biodegradabilità del prodotto; bilancio positivo del C (riduzione effetto serra); bilancio positivo dell’energia in ingresso ed in uscita dal sistema filiera; migliore qualità delle emissioni da motori alimentati con biodiesel (minore presenza di PM10, PAH, benzene, alchibenzene, a. solforosa, CO, metalli pesanti).
Aspetti agro-ambientali: diversificazione delle produzioni agricole (incremento della biodiversità); valorizzazione di ambienti “difficili” grazie all’impiego di specie adatte alle produzioni no-food; conoscenza delle tecniche di coltivazione delle principali specie oleaginose destinabili alla trans-esterificazione;
Aspetti tecnico-applicativi: nessuna alterazione delle caratteristiche dei motori diesel (coppia, potenza, consumo specifico, tempi di manutenzione) utilizzando il biodiesel in mix. dal 5% al 30% con il gasolio; nessuna alterazione del funzionamento delle caldaie utilizzando olio tal quale o biodiesel puro; possibilità di utilizzazione dell’olio tal quale anche in diesel veloci per mezzo di apparecchiature in grado di modificarne viscosità e densità direttamente sul mezzo; possibilità di utilizzazione dell’olio tal quale in motori diesel lenti o in caldaie per la produzione di energia elettrica.
Aspetti socio-economici: stabile sbocco delle produzioni nonfood sul mercato delle commodities; riduzione dei problemi di eccedenze alimentari nel sistema agricolo comunitario; affermazione del ruolo fondamentale dell’agricoltura nella tutela del territorio attraverso la sua multifunzionalità; creazione di nuovi posti di lavoro; incremento dei gettiti fiscali derivanti dalla tassazione delle attività agricole e/o industriali generate dalla filiera; maggiore tutela della salute della popolazione (riduzione delle PM10, minore tossicità del biodiesel rispetto al gasolio); tecnologie di produzione ormai ben conosciute ed ottimizzate; rete di distribuzione dei prodotti già esistente; possibile contributo al superamento della crisi delle produzioni agricole alimentari indotta dalla revisione di medio termine della Politica Agricola Comunitaria (disaccoppiamento totale delle colture COLP, contributo per le colture energetiche 45 Euro/ha).